Parcheggi: nelle città italiane è emergenza

In occasione dei Pdays – Mobilità e Sosta 2024 di Firenze, l'evento pensato per promuovere il settore della sosta e della mobilità urbana a livello nazione e internazionale, l'Osservatorio AIPARK ha presentato gli ultimi dati sullo stato della sosta urbana in Italia

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L’Italia è al top della classifica europea per numero di autovetture – sono ben 690 ogni 1.000 abitanti, contro una media Ue di 560 – che tuttavia nel cercare parcheggio generano ben il 30% del traffico urbano. Una cifra enorme se si considera che il 75% della popolazione europea vive nelle città e che la ricerca di uno stallo di sosta costituisce solo l’ultimo tratto di un viaggio. Il tempo medio di ricerca è di 15 minuti al giorno, che sale fino a oltre il doppio nel nostro Paese. E, nonostante gli evidenti disagi, 3 italiani su 4 (il 76%) continua a spostarsi in macchina. Sono questi i dati emersi dall’Osservatorio AIPARK – Associazione Italiana Operatori Sosta e Mobilità, in occasione del recente Pdays che si è svolto a Firenze.

Per correggere questo squilibrio, l’Osservatorio calcola che sarebbe necessario aggiungere a quelli esistenti, oltre 670.000 posti (su strada o in struttura), corrispondenti a una fila ininterrotta di automobili lunga 3000 km, quanto la distanza tra Roma e Mosca. E prendendo come campione solo alcune grandi città, a Roma ne mancherebbero oltre 200mila (oggi abbiamo 1 stallo di sosta ogni 39 residenti), a Napoli oltre 65mila (il rapporto è 1 su 31), a Torino oltre 35 mila (1 su 15), a Milano oltre 31mila (1 su 13). Le città europee più infrastrutturate, invece, dispongono mediamente di 1 posto auto ogni 10 residenti.

“La soluzione all’emergenza – commenta Laurence A. Bannerman, Segretario Generale AIPARK – è una politica integrata della mobilità urbana che veda le aree di sosta (su strada e in struttura), e i servizi a loro collegati, come strumenti cardine da cui ripartire per ridurre la congestione, progettare la riqualificazione urbana, incentivare l’uso di forme alternative di trasporto, ridurre l’inquinamento. A tal proposito – conclude il Segretario Generale – l’innovazione digitale consente oggi nuove configurazioni delle infrastrutture di sosta in Hub Urbani rendendoli più smart, convenienti, efficienti e adattabili alle esigenze degli utenti e delle città per poter governare la mobilità in chiave multimodale per le persone (a completamento della propria esperienza di mobilità) e le cose”.

La tecnologia sta rivoluzionando il modo in cui vengono gestiti vari aspetti della vita quotidiana e il settore della sosta non fa eccezione. E il Pdays appena concluso, evidenziando un significativo coinvolgimento diretto di enti pubblici nazionali e territoriali, conferma una migrazione verso un modello virtuoso di collaborazione tra settore pubblico, imprese e operatori responsabili che possa superare fragilità e vulnerabilità di passate pianificazioni.

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