Sono due, per il 2025, le grandi preoccupazioni dei direttori della logistica italiani, intervistati per la prima survey realizzata alla fine dello scorso anno dal quotidiano on-line dedicato allo shipping e ai trasporti marittimi SUPPLY CHAIN ITALY: il trasporto marittimo, soprattutto dal Far East, e la carenza di autisti per il trasporto stradale.
I costi instabili, i tempi di transito aumentati e la difficoltà di accesso alla stiva sono le principali problematiche del trasporto via mare. Il 2024 è stato segnato da deviazioni marittime dovute a rischi geopolitici, come gli attacchi nel Mar Rosso, e gli operatori prevedono che queste difficoltà si protrarranno nel 2025. Soluzioni come anticipare le consegne, diversificare i fornitori marittimi e adottare modalità alternative, come treno e aereo, sono state già messe in campo, ma restano insoddisfacenti. La mancanza di autisti e mezzi adeguati nel trasporto stradale è l’altra sfida cruciale. Problemi come il costo del lavoro in crescita e la variazione nella domanda hanno spinto gli operatori a cercare maggiore efficienza e a valutare investimenti in nuovi mezzi. Tuttavia, molti ritengono che serva un cambio culturale nell’intera filiera, con committenze più strategiche e una maggiore collaborazione con piccoli operatori locali. Nonostante l’attenzione all’efficienza, nessuno degli intervistati ha indicato, invece, l’automazione come una soluzione chiave, segnalando un possibile gap da colmare per affrontare le sfide future.
Con le stesse criticità del 2024 che si ripropongono nel 2025, cresce la consapevolezza che servano soluzioni innovative e accordi a lungo termine. La ricerca di eccellenza nel servizio, un approccio culturale diverso e una pianificazione strategica emergono come priorità per affrontare un contesto sempre più incerto e costruire una filiera logistica più resiliente e sostenibile.