Il settore portuale italiano si trova al centro di un dibattito strategico, influenzato da crisi geopolitiche globali, ritardi infrastrutturali e la necessità di innovazione. I conflitti in Medio Oriente e la guerra tra Russia e Ucraina hanno alterato le rotte commerciali, incidendo in particolare sui traffici nell’Adriatico. A queste difficoltà si aggiungono problemi storici: connessioni ferroviarie e stradali inadeguate, burocrazia complessa e incertezze normative che limitano gli investimenti. Nonostante i progressi sul Contratto Nazionale di Lavoro, restano criticità legate alla transizione ecologica, alla formazione del personale e all’elettrificazione delle banchine.
Per rilanciare i porti italiani come hub strategici dell’economia, è necessaria una governance più coordinata, investimenti mirati e un approccio integrato basato su innovazione, sostenibilità e formazione. Solo così il settore potrà tornare a essere un motore di sviluppo competitivo per il Paese.