La congestione del porto di Genova, dovuta ai notevoli flussi in uscita, causa lunghe attese e provoca quotidianamente alle aziende di trasporto notevoli disagi e costi aggiuntivi rispetto a margini di profitto già limitati. Un tema, questo, su cui si stanno interrogando, per cercare di trovare una risposta adeguata, tutte le Associazioni di categoria.
“Questi costi aggiuntivi sono insostenibili perché, a differenza di altri soggetti della filiera che possono introdurre incrementi tariffari o aumento dei noli, gli autotrasportatori non possono aumentare i prezzi delle commesse perché si troverebbero automaticamente estromessi dal mercato per la spietata concorrenza presente nel settore” sostiene Claudio Sensi, vice presidente di Fai Liguria. “La prospettiva di un aumento di merci in uscita dal porto per i prossimi tre mesi, anche se fa pensare ad una ripresa dell’economia, non appare incoraggiante per le aziende di trasporto e rende quanto mai urgente per le Associazioni di categoria cercare un confronto con le istituzioni e risolvere in tempi rapidi le criticità. Le maggiori Associazioni di categoria condividono la decisione di intraprendere una forte azione unitaria tesa a far riconoscere i grandi disagi che ci sono nelle missioni verso il porto di Genova. Disagi che, si stima, nei prossimi mesi non diminuiranno a causa delle varie criticità attuali, da Suez e conflitti in primis ai previsti cantieri ferroviari che impatteranno, insieme ai traghetti turistici sul già congestionato porto genovese. Tutto ciò suggerisce – conclude Sensi – di imporre fino al termine dei disagi una maggiorazione tariffaria per ogni missione verso il porto di Genova pari ad almeno tre ore di sosta e un’assunzione di responsabilità da parte delle Autorità pubbliche e degli altri soggetti della filiera logistica allo scopo di dare alla situazione il giusto carattere di generalità”.
