Che la transizione energetica non debba essere considerata un dogma indiscutibile lo hanno capito in tanti nel settore dei trasporti e della logistica. Il buon senso e le buone pratiche suggeriscono di valutare tutte le variabili, numerose, che entrano in gioco quando si parla di sostenibilità. Uno dei più attenti osservatori critici della situazione è Domenico De Rosa, Amministratore delegato del Gruppo SMET, punto di riferimento della logistica intermodale e pioniere nelle scelte sostenibili concrete ed efficienti.
Dottor De Rosa, qual è la situazione attuale?
In tema di sostenibilità, non mancano le occasioni per fare il punto su ciò che è stato fatto e ciò che c’è ancora da fare. Certamente, la metrica dei trasporti deve cambiare ancora di più di quello che è stato fatto in passato. I trasporti hanno una precisa responsabilità sul sistema delle emissioni, sulla sostenibilità per l’ambiente. Questo però deve essere anche un monito per il Governo e la politica di prendere in carico l’accompagnamento delle imprese come la nostra che in maniera responsabile hanno avviato in maniera autonoma e indipendente dalla politica questo percorso che è il combinato di intermodalità multicanale e trazioni alternative, prima l’LNG, oggi l’elettrico e domani l’idrogeno. Non abbiamo visto in maniera adeguata l’accompagnamento del Governo in questo percorso. Teniamo presente un dato: è stata ancora una volta prorogata la misura di riduzione delle accise generalizzata per tutte le classi di emissioni, misura che se non venisse rettificata attraverso un ravvedimento operoso retroattivo starebbe a significare che tutti coloro che, come il Gruppo SMET, hanno investito anzi tempore nella riduzione delle emissioni con l’introduzione di veicoli Euro 6 e a metano liquido vedono svanire l’attività meritoria svolta.
E’ di estrema attualità il tema delle propulsioni alternative…
Noi di SMET siamo stati tra i primi in Italia a sviluppare il metano liquido. Quando abbiamo avviato questa modalità di trazione alternativa al diesel, eravamo come mosche bianche e abbiamo subito un incremento di costo significativo piuttosto che un alleggerimento dei costi. Ma Lo abbiamo fatto in chiave di strategia di sostenibilità del nostro Gruppo che è identificato proprio in virtù della sostenibilità, sia ambientale che sociale. Oggi siamo all’avvento dell’elettrico nei mezzi pesanti di linea e probabilmente a breve vedremo qualcosa di diverso. Come SMET saremo sempre l’avanguardia nel settore e saremo protagonisti in assetti misti, perché riteniamo che oggi qualsiasi tecnologia sia ancora immatura per essere quella finale. SMET sarà tra i primi a testare e sviluppare insieme ai costruttori tutte le tecnologie attualmente disponibili, idrogeno compreso.
Non mancano però le criticità…
La strada è stata tracciata dall’Unione Europea che, ahimè, ha programmato per il 2035 l’abolizione completa della trazione endotermica. Ritengo che una rivoluzione di questa portata non possa essere attuata in tempi così ristretti. Vedremo gli effetti di una indicazione normativa che va certamente rispettata e per la quale SMET si prepara per tempo ad avviare la transizione. Tuttavia, immaginare che tutto il parco veicolare pesante possa essere tradotto in qualche decennio in comparto elettrico è un’utopia. Basti pensare che in Italia circola ancora una quota abbondante di veicoli Euro 0, Euro 1 ed Euro 2. Si parla di oltre il 10% del totale e con gli Euro 3 ed Euro 4 la percentuale è addirittura superiore. Credo che le cose vadano fatte a step e in Italia in particolare serva gradualità nel ripulire le strade da questi veicoli che sono i peggiori conduttori di emissioni di CO2 e di polveri sottili.
L’intervista completa sul primo numero de “la Rotta dei Trasporti” in distribuzione da Gennaio 2023.