Canada, sciopero dei porti della costa occidentale

Il commento di Claudio Sensi, coordinatore di FAI Liguria

20
I container di spedizione vengono caricati su vagoni ferroviari presso il Global Container Terminals Vanterm sul porto di Vancouver, British Columbia, Canada. @getty images

I dati settimanali sul commercio ferroviario dell’Association of American Railroads mostrano l’impatto devastante che lo sciopero dei porti della costa occidentale canadese sta avendo sulle merci ferroviarie che entrano negli Stati Uniti. La ferrovia intermodale canadese su base annua è scesa del 46,2% la scorsa settimana a causa dello sciopero. 

“Il subappalto non regolamentato, l’automazione portuale e il costo della vita sono le ragioni principali alla base dell’azione decisa dal sindacato internazionale e condotta dall’International Longshore and Warehouse Union. Il principale motivo dell’agitazione resta il mancato rinnovo del “contratto collettivo per i diritti della classe operaia”, scaduto lo scorso 31 marzo. Il commercio globale è a rischio? No. Le merci trasportate verso Canada e Stati Uniti influenzate dallo sciopero sono auto, carbone, cereali e container: se lo sciopero dovesse prolungarsi ulteriormente, le conseguenze si farebbero sentire non solo sul mercato del Nord America ma anche del resto del mondo. Ma siamo vicini ad una soluzione rispetto alle trattative in corso” ha commentato Claudio Sensi, coordinatore di FAI Liguria.

adv