Gli scioperi e la siccità bloccano i porti della West Coast

Situazione incandescente nei terminal portuali della West Coast; gli scioperi proclamati minacciano la paralisi di migliaia di autotrasportatori e decine di migliaia di container.

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I lavoratori dei maggiori terminal della costa pacifica degli Stati Uniti sono in agitazione per il mancato rinnovo del contratto di lavoro con ripercussioni negative sulla supply chain che potrebbero diventare significativi nel lungo periodo. Scarseggia il pescaggio nel Canale di Panama, forti rallentamenti al traffico di navi.

Nei porti statunitensi il clima si è fatto incandescente. A Long Beach, in particolare, sono state segnalate nuove difficoltà operative dopo che uno dei principali terminal del Porto, il Total Terminals International, ha annunciato per lunedì uno shut down delle attività.

“Se la disputa non verrà risolta in tempi brevi, rischiamo un effetto domino devastante su tutta l’industria dello shipping” avverte il ceo di Vespucci Maritime, Lars Jensen. Gli scioperi e il blocco operativo dei terminal portuali avranno come prima conseguenza quella di mettere a dura prova la viabilità marittima di accesso ai porti. In secondo luogo potrebbero ostacolare sia il ritiro che la consegna dei container, portando ad ulteriori controversie in materia di Demurrage&Detention, ovvero le extra tariffe applicate per la sosta in piazzale e/o per la riconsegna del container alla compagnia di navigazione oltre il periodo di franchigia. Per far fronte alla situazione di emergenza, i caricatori potrebbero poi vedersi costretti a spostare un quantitativo ancora maggiori di merci verso la costa orientale statunitense, aumentando ancora di più la pressione sul trasporto portuale e terrestre. Senza dimenticare che oggi lo spostamento della merce verso la sponda opposta degli USA appare essere ostacolato dai problemi di siccità che hanno abbassato il livello dell’acqua del Canale di Panama, riducendo l’effettiva capacità di carico lungo questa rotta.

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