domenica, 8 Settembre 2024
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Auto elettriche: Italia avanti, ma troppo piano. Ora ci stacca anche la Spagna

Le auto elettriche pure circolanti in Italia al 31 ottobre 2023 sono poco più di 214.363 con le immatricolazioni full electric che nei primi dieci mesi dell’anno sono pari a 51.513 unità, con un incremento del 30,76% rispetto allo stesso periodo del 2022.

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Torna il segno più sulle immatricolazioni di auto elettriche in Italia, ma il recupero non basta per stare al passo degli altri grandi Paesi europei. E’ quanto fa sapere, in una nota Motus-E, l’associazione delle imprese del settore. A ottobre sono state registrate nella Penisola 5.724 nuove vetture full electric (+56% rispetto a ottobre 2022), con una market share che sale al 4,1% dal 3,6% segnato a settembre. Nei primi 10 mesi dell’anno le auto elettriche immatricolate in Italia sono così 51.513, in progresso del 30,8% rispetto allo stesso periodo del 2022, con una quota di mercato pari al 3,9% (dal 3,6% dello stesso periodo del 2022). Il parco circolante full electric si attesta al 30 ottobre a 214.363 unità.

Ancora una volta ciò che più si mette in luce è il ritardo dell’Italia sull’elettrico rispetto agli altri major market europei, con il sorpasso subito dalla Spagna che appare ormai quasi strutturale, relegandoci stabilmente all’ultimo posto tra i grandi del Continente. C’è un dato che ben sintetizza la clamorosa differenza di andamento tra i due Paesi: rispetto al 2021, le immatricolazioni di auto elettriche in Spagna hanno segnato un +144% nei primi nove mesi del 2023, mentre in Italia la variazione è stata pari al -5%. Quanto agli altri big d’Europa, la market share delle auto elettriche si attesta in Francia al 19,3% a settembre e al 15,9% nei 10 mesi, in Germania rispettivamente al 14,2% e al 18,1% e nel Regno Unito al 16,6% e al 16,4%.

Purtroppo, i numeri relegano l’Italia sempre più indietro nel passaggio alla mobilità elettrica. Dopo la scivolata del 2022, anche quest’anno sarà difficile tornare sui livelli del mercato BEV del 2021, a fronte della costante crescita messa a segno nei Paesi con cui l’Italia dovrebbe ambire a competere.

A pesare sono in primis i sistemi incentivanti ereditati dai precedenti governi, che potrebbero essere ben più efficaci sfruttando meglio le risorse già stanziate, anche per flotte e noleggi. Ma a incidere è anche l’incertezza sulle agevolazioni, che frena chi sta attendendo l’annunciata rimodulazione dei bonus.  

Sicuramente l’impegno dei costruttori europei per immettere sul mercato sempre più modelli sotto i 25.000 euro – incentivi esclusi – darà un’importante scossa al mercato, anche perché, analizzando l’andamento del mercato tedesco dopo lo stop degli incentivi alle elettriche, si nota come al calo dei BEV corrisponda una contrazione del mercato totale, il che vuol dire che stimolare la domanda full electric significa fare il bene del mercato auto tutto. In questo momento, peraltro, i costruttori stanno ultimando i piani di mercato per il 2024: è sempre più urgente quindi che l’Italia si doti di un quadro incentivante chiaro.  

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