domenica, 8 Settembre 2024
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Bus, non si trovano più autisti

L'appello: Impiegati al volante per coprire le corse dei mezzi

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In attesa della ripresa delle attività lavorative post pausa estiva, condividiamo l’intervista rilasciata da Alessio Pasini, Presidente della SACA Società Cooperativa a.r.l., al Corriere di Bologna, edizione provinciale del Corriere della Sera, sulla carenza di autisti con patente D e titolo CQC.

“Ci manca almeno il 10% di personale. In situazione di emergenza chiediamo agli impiegati di guidare i bus, altrimenti saremo costretti a tagliare le corse”. Alessio Passini è il presidente di Saca, la cooperativa — 170 soci con 270 dipendenti e oltre 50 milioni di fatturato — fa sempre più fatica a trovare autisti muniti di patente D (quella per autoveicoli di mezzi con più di 9 posti) e titolo Cqc, quella che serve per autisti di bus di linea e pullman turistici. “La patente costa troppo e lo stipendio è troppo basso per lavorare tutti i giorni dell’anno”, sintetizza Passini. La coop è stata costretta a richiamare alla guida ex autisti che da tempo svolgevano mansioni impiegatizie. Unica soluzione per non fare saltare le corse.

Come mai non riuscite più a trovare autisti?
“Siamo in difficoltà da tempo, adesso la situazione si sta ulteriormente aggravata. Prima di tutto c’è un problema di costi”.

Cioè?
“La patente D costa tra i 4mila e i 5mila euro, dipende dal numero di guide. Si tratta di una cifra molto impegnativa. E poi la patente si può esercitare solo dopo i 24 anni, è chiaro che un ragazzo che ha finito le superiori trova di meglio da fare”.

Basta questo?
“Si lavora anche il sabato e la domenica, 365 giorni all’anno, è chiaro che c’è un po’ diffidenza. Fino a poco tempo fa gli autisti erano di due categorie: chi aveva preso la patente durante la leva e poi molta gente che veniva dal sud. Adesso non vengono più perché anche lì le aziende di trasporto pubblico locale stanno assumendo. Poi ci sono i sussidi, senza considerare che con lo stipendio da autista a Bologna con gli affitti spropositati che ci sono si fa fatica a tirare avanti. Normale che preferiscano stare giù”.

Voi che servizi coprite?
“Scuolabus, i pullman turistici e, sul bacino bolognese, anche il trasporto pubblico locale insieme a Tper. Per esempio sull’Appennino”.

Senza autisti rischiano di saltare i collegamenti con la montagna?
“C’è il rischio di rimanere scoperti. Siamo una fase di bisogno, non siamo ancora in emergenza, ma ogni giorno che passa la situazione diventa più grave. A noi mancano decine di autisti. Saca è un’azienda che tra Bologna, Modena e la Liguria ha 550 conducenti, diciamo che ne manca almeno il dieci per cento. Una cifra che sta aumentando”.

E cosa state facendo per rimediare?
“Per tamponare l’emergenza abbiamo chiesto al personale impiegatizio”.

Cioè avete chesto agli impiegati di guidare i bus?
“Si tratta di autisti che per qualche motivo avevano cambiato mansioni. Si tratta di persone con grande flessibilità che in alcune situazioni ci danno una mano a garantire il servizio. Poi dal 2018 abbiamo attivato un percorso con «Insieme per il lavoro», il progetto di formazione della Curia, dal quale abbiamo attinto per assumere autisti”.

Anche Tper, l’azienda del trasporto pubblico, ha annunciato un piano di assunzioni.
“Le difficoltà le hanno tutti. Se anche loro formano nuovi autisti è un bene”.

Scusi ma quanto prende un autista?
“Intorno ai 1.300 euro al mese, lavora 39 ore alla settimana per sei giorni. Poi non sono ore consecutive, ci sono un po’ di tempi morti”.

Non è uno stipendio particolarmente allettante.
“Purtroppo è poco. È un problema quando facciamo una proposta di lavoro, ma noi dovremmo riuscire ad avere più ricavi per aumentare i salari. A maggior ragione con questa inflazione la questione degli stipendi è fondamentale”.

Dal turismo alla agricoltura, molti settori hanno chiesto al governo di rivedere il Decreto Flussi per consentire l’accesso di più lavoratori extra comunitari. È una questione che interessa anche voi?
“Magari potessero arrivare persone con un progetto di formazione dedicato. Dal nostro piccolo punto di vista la mancanza di personale sta diventando un problema molto, molto grande. Negli anni si rischia di ridurre i servizi”.

Basta questo?
“Ci vuole un ammodernamento normativo, bisogna rivedere il contratto nazionale perché un autista non può prendere così poco. Poi servirebbero misure un po’ più intelligenti”.

Tipo?
“Basti pensare che per accedere all’ultimo bonus patente da 2.500 euro bisognava dimostrare di avere già preso la patente. Veda lei…”

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