Il prezzo del diesel è tornato ad essere più basso della benzina ma le tariffe nell’autotrasporto come cambieranno? Riportiamo di seguito un interessante approfondimento di Claudio Sensi, Coordinatore FAI (Federazione Trasportatori Italiani) Liguria e Ceo di DLM Coop, azienda di trasporto con sedi a Savona, Napoli e Alessandria.
“Partiamo dal prezzo del diesel e spieghiamo cosa è successo negli ultimi 12 mesi. Un evento senza precedenti: a partire da Febbraio 2022 il prezzo del diesel ha superato in pochi giorni record storici ed ha viaggiato oltre i prezzi della benzina per molti mesi.
I motivi sono essenzialmente legati allo scoppio della guerra in Ucraina. Il rincaro dell’energia ha reso meno conveniente la movimentazione su ferro e le aziende di spedizione hanno iniziato ad utilizzare in maniera molto più contenuta degli anni precedenti quel tipo di modalità rispetto al trasporto su gomma. La maggiore dipendenza dell’Europa dalle importazioni di gasolio, a fronte di un sistema di raffinazione tradizionalmente più orientato alla produzione di benzina. Il petrolio volato alle stelle ha trascinato con sé anche le quotazioni dei prodotti derivanti dalla sua raffinazione. Gli enormi volumi di gasolio impiegati per l’invasione russa in Ucraina. Ad Agosto 2022 inoltre la temuta minore disponibilità di gasolio per l’embargo sulle importazioni russe, da cui l’Europa dipende per circa il 30% del fabbisogno, ha innescato una corsa all’acquisto per assicurarsi le forniture di gasolio per l’inverno. Ecco, tutte queste tensioni – e le rispettive speculazioni- si sono a fine anno attenuate con il progressivo riequilibrarsi dei mercati internazionali. Da dicembre è emersa una chiara tendenza al ribasso che oggi ha riportato entrambi i prodotti vicini ai livelli precedenti alla guerra in Ucraina . In Europa peraltro stanno arrivando anche i primi carichi dalla Cina che sul finire del 2022 ha aumentato le sue quote di esportazione. Da qualche giorno dunque il gasolio viaggia costantemente sotto il prezzo della benzina e si registra una tendenza al ribasso.
Ma cosa accadrà alle tariffe dell’autotrasporto ?
Confido che conosceremo un lungo periodo di stabilità. Il modo più efficace che hanno individuato infatti gli autotrasportatori per contenere gli effetti dei rincari del carburante sui conti aziendali è stato quello di concordare con i committenti forme contrattuali che prevedano la clausola del “fuel surcharge”. Una prassi che per molte realtà resterà in auge da oggi in avanti – grazie al supporto di tutte le associazioni di categoria- con l’adeguamento automatico delle tariffe rispetto alle variazioni dei prezzi medi del combustibile per autotrazione. Una conquista storica da parte delle associazioni di settore nell’autotrasporto ed un valore aggiunto per l’intero Paese”.