Continua la tendenza positiva della domanda di mobilità per quasi tutte le modalità di trasporto, che nel terzo trimestre del 2023 registra una crescita rispetto all’analogo periodo del 2022, con aumenti sino al 38% per i servizi marittimi crocieristici.
Confrontando i dati dei primi nove mesi del 2023 con quelli degli anni precedenti, emerge come quasi tutte le modalità di trasporto abbiano recuperato i livelli di domanda del 2019, con punte del +25% per i passeggeri sui traghetti (periodo gennaio-agosto). Fanno eccezione i soli passeggeri sul trasporto pubblico locale che mostrano ancora un disavanzo compreso tra il 12% ed il 21%.
È quanto emerge dal Report trimestrale dell’Osservatorio sulle tendenze di mobilità predisposto dalla Struttura Tecnica di Missione (STM) del MIT. La rilevazione riporta le analisi trimestrali sulle tendenze di mobilità, realizzate al fine di monitorare l’evoluzione e le esigenze del settore dei trasporti e della logistica, anche per pianificare e programmare meglio gli investimenti nelle infrastrutture e nei servizi di trasporto. Le analisi si basano sui dati messi a disposizione dagli operatori multimodali nazionali e dalle Direzioni Generali del ministero.
Con riferimento alle abitudini di mobilità degli italiani si rileva come, a settembre 2023, gli italiani che si sono spostati ogni giorno sono stati quasi 38 milioni (oltre il 75% della popolazione di riferimento), ciascuno dei quali ha effettuato mediamente circa 2,6 spostamenti al giorno per un totale di oltre 97 milioni di spostamenti, pari a circa 1,9 miliardi di spostamenti*km/giorno. Nei giorni feriali ci si sposta leggermente di più di quelli festivi (+5%) e con un maggior numero di spostamenti medi pro-capite (+2%). La maggior parte degli spostamenti è di natura locale, infatti la percentuale di utenti medi/giorno che si spostano entro i 50 km è circa il 73% del totale. Tali dati nascondono tuttavia una eterogeneità sul territorio nazionale. Ad esempio, la percentuale di popolazione mobile varia da valori prossimi al 70% in Liguria, Puglia, Sicilia e Sardegna a valori intorno all’80% in Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto, Marche, Umbria, Abruzzo e Molise e pari a circa il 75% per le altre Regioni.