Ad oggi una delle principali criticità riscontrate nel settore degli autotrasporti è rappresentata dalle aziende che impiegano personale non inquadrato o non riscontrabile nel DURC, cosa che comporta un’elevata precarietà lavorativa e un rischio maggiore di incidenti sul lavoro; a questo si aggiungono molte aziende nella filiera dell’autotrasporto e della logistica che non rispettano le normative base sulla sicurezza sul lavoro, mettendo a repentaglio la salute e l’incolumità dei propri dipendenti e degli utenti della strada. E altre ancora che subappaltano i trasporti senza avvisare il committente.
Scegliere la via delle tariffe minime potrebbe essere uno dei passi importante nella direzione giusta per garantire un futuro più sicuro e sostenibile al settore e ai suoi lavoratori. Il perché lo spiega molto chiaramente Claudio Sensi, Vice presidente di Fai Liguria: “Per affrontare queste criticità e promuovere una cultura della sicurezza più diffusa, potrebbe essere importante nell’autotrasporto ritornare alle tariffe minime e stabilire standard più stringenti per l’ottenimento delle autorizzazioni e delle certificazioni necessarie per svolgere la professione dell’autotrasportatore. In questo modo, si incentiverebbe il rispetto delle normative e si contribuirebbe a creare un ambiente lavorativo più sicuro e responsabile nel nostro settore. La sicurezza sul lavoro è un diritto fondamentale di ogni lavoratore e un obiettivo che dovrebbe coinvolgere attivamente tutti gli attori del mondo del lavoro. Il settore “autotrasporto conto terzi” va regolamento una volta e per tutte – prosegue Sensi. Come? In primis tutelando nell’immediato le aziende italiane che ad oggi hanno mantenuto testa con i fatti a legalità, tutela dell’occupazione, rispetto dei principi di libera e leale concorrenza, con misure che comportino proroghe fiscali, sblocco dei crediti fiscali, possibilità di tornare a compensare l’IVA trimestralmente , riduzione tassi di interesse, garanzia su debiti fiscali da parte dello Stato… In un secondo tempo andando a ridiscutere concetti come tariffe minime e requisiti base per operare nella legalità, nel rispetto del CCNL, nel liberalizzare le politiche di welfare e non costringere in percorsi obbligati dal soggetto dominante di turno tutti gli imprenditori che rispondono con la propria vita civilmente e penalmente delle proprie azioni. Lo Stato faccia la sua parte, chiudendo le porte all’abusivismo e tutelando gli imprenditori italiani”.