Gli interventi manutentivi previsti sul traforo del Monte Bianco sono rinviati almeno di un anno. Le attività interesseranno un tratto di 600 metri, due maxi cantieri da 50 milioni di euro. A preoccupare è soprattutto la durata dei lavori: secondo una prima stima, i lavori dureranno complessivamente 72 mesi, ma spalmati fino al 2040-2041.
Ma cosa rischia l’Italia in caso di chiusura?
Ogni giorno, il traforo del Monte Bianco – galleria unica a doppio senso di marcia, lunga 11,6 km, con un tempo di percorrenza medio di 12 minuti – è attraversato da almeno 4.600 camion. Assorbe il 3,5% del traffico leggero alle frontiere alpine e il 5,4% di quello pesante. Complessivamente, passano per l’arco alpino italiano oltre 170 milioni di tonnellate di merci, pari al 60% di ciò che il Paese importa o esporta. Inaugurato nel 1965, il traforo venne chiuso nel 1999 a seguito di un grave incendio, che provocò 39 vittime. La riapertura avvenne 3 anni più tardi, nel 2002. Il piano dei lavori di manutenzione in programma da lunedì prevedeva che il 90% del traffico veicolare sul Bianco si sarebbe spostato sul traforo del Frejus, che riaprirà la prossima settimana dopo una frana.
Il rischio, dunque, è di generare il caos su infrastrutture cruciali per i trasporti da e verso il resto d’Europa, con conseguenze drammatiche per la logistica e i trasporti. Di fatto, l’intero Nord Italia è ora a rischio isolamento, poiché deve far fronte, oltre alle criticità sui trafori Bianco e Frejus, al rallentamento dei trasporti ferroviari al passo del Gottardo (per il recente deragliamento di un treno merci proveniente dalla Germania); alle limitazioni al traffico imposte unilateralmente dal Tirolo austriaco sul Brennero e allo stop alla circolazione sulla ferrovia internazionale Francia-Italia a causa di uno smottamento nell’area delle Maurienne. Per non parlare delle perdite economiche: il blocco sul traforo del monte Bianco inciderebbe per circa il 10% sul Pil valdostano, con effetti a cascata su tutto il Nord-Ovest, per definizione locomotiva nazionale. Nei settori della logistica e del turismo, gli analisti hanno quantificato una perdita pari ad almeno 11 miliardi di euro per l’intera economia italiana.