Ristoratori autostradali: a rischio con la stretta dell’Authority

Ricorso al Tar contro le regole sulla presenza di più insegne della ristorazione nelle aree di servizio

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“Abbiamo promosso il ricorso verso l’Autorità di regolazione dei trasporti in merito alla delibera numero 1 del 2023 nell’interesse della quasi totalità delle aziende associate operanti nel settore della ristorazione in concessione autostradale in quanto le disposizioni contenute nella delibera limitano fortemente la libertà di iniziativa economica delle predette imprese e non tengono conto delle specifiche caratteristiche del settore della ristorazione in concessione, finendo così per penalizzare la qualità dei servizi ai consumatori”. Così Cristian Biasoni, Presidente di Aigrim, l’associazione che rappresenta le principali realtà della ristorazione in concessione, spiega il ricorso davanti al Tar Piemonte con il quale si richiede l’annullamento delle parti ritenute lesive.
Nel mirino c’è la decisione dell’Autorità che vorrebbe consentire la presenza di più insegne della ristorazione nelle aree di servizio autostradali: in tutta Italia sono oltre 470 le aree interessate. Una circostanza che ridurrebbe la convenienza a investire.
Secondo Aigrim, che rappresenta oltre 3mila punti di ristori con 30mila dipendenti e più di 3 miliardi di ricavi, le misure impugnate costituiscono una limitazione della libertà di iniziativa economica delle imprese ristorative operanti nelle aree di servizio, oltre a non tenere in debito conto le specificità peculiari del settore della ristorazione in concessione.
Tre i punti impugnati. Si parte dall’obbligo di pluralità di aziende concorrenti nella stessa area di servizio che, secondo Aigrim, non renderebbe economicamente sostenibile la presenza di più insegne oltre a creare pesanti difficoltà a livello di infrastruttura. Per quanto poi riguarda l’attività di bar e ristorazione svolte dal gestore delle pompe di carburante dell’area di servizio, le cosiddette ”sottopensilina” in aggiunta a quelle degli operatori delAigrim

ristoro “generano un’alterazione della concorrenza sfavorevole all’operatore ristoro” rimarcano da Aigrim.
Sull’auspicato calmieramento dei prezzi applicati dei gestori della ristorazione presenti in autostrada, secondo l’Associazione si tratterebbe di una equiparazione de facto a un servizio pubblico al quale tuttavia non sono applicabili politiche di prezzo commerciali create con costi e investimenti differenziati, a cui si somma la discrezionalità dei concessionari autostradali sia nel determinare l’ampiezza del paniere, sia nel determinare i criteri di valutazione dell’offerta al ribasso.

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