“Come attrarre e coinvolgere le persone: la nuova sfida delle risorse umane” il tema di uno degli incontri promossi dalla CDO Toscana nell’ambito dell’iniziativa Scuola d’impresa, che ha visto come relatori Giuseppe Barelli, Amministratore delegato Toscandia, e Leonardo Alessi, Presidente rete “Scuole per crescere”: due “campioni organizzativi – come li ha definiti il moderatore dell’incontro, l’ingegner Fabrizio Cananzi, Presidente ICS (Innovazioni per la crescita sostenibile) – che rappresentano aziende che crescono in maniera eccellente, caratterizzate da forte competitività, valorizzando le risorse umane”.
Nata nel 1970, nel 2010 Toscandia, a seguito della fusione di cinque società, si evolve in Gruppo Toscandia; nel 2017 ha inizio un processo di managerializzazione che porta la holding alle attuali dimensioni: oltre 100 dipendenti e un fatturato annuo di circa 100 milioni di euro. Circa 2.000 i dipendenti della rete guidata da Alessi che, tra asili nido, scuole materne, elementari, medie e superiori, rappresenta un riferimento nazionale nelle scuole paritarie, coinvolgendo oltre 9.000 famiglie, con un giro d’affari di 60 milioni, i cui utili sono reinvestiti.
Nel corso della serata, che si è tenuta a Firenze, in una signorile villa del XIV secolo, l’AD di Toscandia ha raccontato, ad una platea d’imprenditori, la sua storia personale seguita alla laurea in Economia aziendale, conseguita nel 1997: nel 1998 il padre Luciano e i soci di Toscandia gli chiedono di occuparsi del posto vacante di ragioniere dell’azienda. “Pensavo di fare altro nella vita – dichiara Barelli – invece da quel momento non ho più lasciato il settore del trasporto: mi resi conto che quell’impresa poteva crescere, che si stava bene, i rapporti tra le persone (dipendenti, clienti, fornitori) erano buoni, negli uffici e nelle aree di produzione, nelle quali del resto io sono cresciuto”.
Nel 2017 la svolta: come assegnare un futuro ad un’Azienda in cui si avvicinava il passaggio generazionale? “Sono partito da me – afferma Barelli – da una riflessione su quelle che erano, e che sono, le mie competenze, per cercare negli altri i talenti giusti per una visione strategica e operativa dell’Azienda. Un processo che prosegue tuttora, che ha visto in parallelo la scelta di investire in maniera differente sulle risorse umane, di espandere l’attività in altri territori ma anche in altri settori, per diversificare le linee di business, di puntare alla consulenza per arrivare a dare alla clientela non solo il prodotto finalizzato all’incontro domanda/offerta, ma una soluzione per sopravvivere allo “tsunami” della transizione ecologica”.
La spinta forte in Toscandia arriva negli ultimi anni: dal 2020 ad oggi la crescita del fatturato viaggia nell’ordine del 40%, stesso trend del personale. L’età media dei dipendenti scende da 42 a 31 anni, anche in officina. Come ha fatto? “Anche in questo caso sono partito da me, dalla mia esperienza di padre con figli adolescenti e con il noto scontro culturale e generazionale. Ci siamo resi conto – prosegue l’AD – che la relazione con le giovani generazioni doveva basarsi su un radicale cambio di prospettiva. Ai capi officina si è chiesto di costruire la sua squadra; a ogni ragazzo diamo la sua postazione di lavoro, il suo carrello che gestisce in autonomia e ciascuno viene accolto valorizzando le sue attitudini, ingaggiato all’interno di un progetto nel quale è coinvolto, anzi, nel quale il suo talento è prezioso. Certo, viene poi affiancato in un percorso di crescita, che prevede la formazione sulle prime manutenzioni, ma nel rispetto delle sue inclinazioni”.
Un approccio che in Toscandia riguarda non solo i nuovi arrivi. “Figure senior in Azienda da anni – prosegue Barelli – hanno visto un cambiamento nelle proprie mansioni, con grande soddisfazione reciproca: abbiamo scoperto talenti che avevamo in casa senza accorgercene, e i diretti interessati di avere talenti non espressi. Soddisfazione percepita dalla clientela, che viene seguita da persone in un clima di squadra, di affiatamento, che lavorano con passione: a volte mi capita di arrivare in Azienda e vederli organizzare momenti di ritrovo tra loro, dalla grigliata alla partita a calcetto; vengono al lavoro sapendo che sono benvenuti, che la giornata sarà trascorsa in un clima positivo e aperto all’apprendimento reciproco. Occorre un momento di distacco? Hanno libero accesso alla palestra interna, che gestiscono in autonomia”.
Sempre con un attento focus al territorio, oltre ad iniziative sociali in questi anni Toscandia ha dato vita all’Academy per meccanici, selezionando ragazzi che, al termine del quinquennio delle superiori, seguono 6 mesi di formazione, tra teoria e pratica. La pandemia ci si è messa di mezzo, ma l’AD non molla affatto: “Quest’anno – annuncia – replichiamo il progetto coinvolgendo 10 ragazzi: l’obiettivo è illustrare loro che i veicoli industriali sono strumenti che viaggiano con alta tecnologia di bordo, sempre più complessi, assolutamente indispensabili per la nostra vita quotidiana e frutto di un settore che investe nella Ricerca & Sviluppo. Toscandia ci crede, al di là delle barriere tra brand concorrenti: ne va del futuro del settore e dei nostri ragazzi”.
Se dovesse sintetizzare i capisaldi della crescita di Toscandia degli ultimi anni? “Determinazione, reciprocità e meritocrazia – conclude Barelli – Ovvero essere determinati nelle decisioni con ogni interlocutore, dal cliente al fornitore; fare impresa avendo saldo il principio che si sta contribuendo a un futuro differente, per noi, per i dipendenti, per clienti e fornitori; assegnare le mansioni sulla base del talento delle persone, pronti a investire sulla loro crescita,. Perché se crescono le persone al lavoro, cresce anche l’Azienda. E cresce in maniera strutturale, con una visione di lungo periodo”.